A volte mi prende la nostalgia: nostalgia di persone, di sapori, di odori ed è proprio un vecchio odore o meglio lo definirei un profumo quello che ho cercato di ottenere. Il profumo delle lenzuola lavate con la cenere che ho sentito quando ero molto piccola ma lo ricordo perché non somiglia a nessun altro. Lavare la biancheria era quasi un rito, c'era nella grande cucina, a fianco del camino una panchina in pietra su cui stava la conca per il bucato, quando la biancheria era sporca vi si metteva dentro e quando la grossa conca era piena, la donna o le donne di casa si preparavano per fare il bucato. Iniziavano la mattina presto andando a procurarsi l'acqua alla fontana pubblica che mettevano a scaldare nella caldaia: un grosso paiolo di rame, intanto che l'acqua scaldava mettevano sopra i panni sporchi che stavano nella conca "il borraccio" che era un telo di cotone e sopra di questo la cenere di legna. Una volta che l'acqua bolliva si versava sopra la cenere, poi si scaldava altra acqua e si continuava finché dal foro che si trovava nella parte bassa della conca l'acqua ( ranno ) non usciva pulita. Dopo questo si mettevano i panni nella grossa tinozza di zinco e s'andava a sciacquarli alle pozze pubbliche. C'erano giornate di sole in cui piazze e finestre del paese sembravano velieri.( La conca è un grande e pesante vaso in terracotta con un foro in basso, detto "pisciarino" che quando l'acqua cominciava ad uscire pulita si chiudeva usando un legnetto e i panni rimanevano in ammollo finché l'acqua non era tiepida.
Giorni addietro ho preso un po' di cenere ,l'ho messa nell'acqua bollente che quasi subito s'è posata sul fondo, ho preso filtrandola, l'acqua e l'ho versata nel bacino sopra le lenzuola insaponate con il marsiglia. Ne sono venute fuori lenzuola pulitissime e questa notte ho di nuovo sentito profumo di bucato.
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