A svegliarmi è stato il freddo della notte ed è il freddo che mi impedisce di riprender sonno.
Sento il cane di Oreste che abbaia, il suo abbaiare ormai non è più quello di un cane da guardia e nemmeno quello d'un cane che da strattoni alla catena che lo lega, non so più da quanto tempo, a quel bidone arrugginito che gli fa da cuccia. Forse pure lui ha freddo e uggiola sconsolato, incatenato al susseguirsi delle ore, degli anni tutti uguali, diversi per lui solo per il freddo e per il caldo a cui per sottrarsi l'estate scava una buca nel terreno polveroso.
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