Folate di vento rabbioso s'infilavano nelle strade del paese e le foglie dei castagni ,spinte dal vento graffiavano i vetri delle finestre.
Dalla piccola finestrella piovevano le ultime gocce di sole sulla melma, dove i maiali grufolavano nei propri escrementi.
I passeri s'erano zittiti ed avevano cercato riparo tra i rami della grande quercia dove le foglie secche resistevano ben aggrappate a protezione delle nuove gemme.
Fuori faceva freddo mentre nel porcile l'aria calda e l'umidità facevano trasudare il muro di pietra a cui Maria, seduta nell'angolo sulla paglia pulita, appoggiava la schiena e il suo sudore si mischiava a quello delle pietre.
La sua mente vagava, quasi arresa al sonno.
" è uscito da me il male che m'ha tormentato per mesi......Presto, prima che venga qualcuno...domani giocherò di nuovo sui prati e poi giù al fiume tra i canneti....No , tra i canneti da sola mai più.....
Non devo dormire.....devo buttare il mio male nella melma: ci penseranno i maiali.....Non riesco ad alzarmi...non posso dormire."
sentiva il suo corpo dolorante; un corpo adolescente, magro che negli ultimi tempi stringeva con delle fasce perché il ventre si stava ingrossando.
Anche il dolore sembrava distaccarsi dal suo corpo mentre il sonno le chiudeva gli occhi
Il suo male, così l'aveva chiamato nella sua mente, fin dall'inizio, stava lì a terra vicino alle sue .
ginocchia scarne.
Maria avvertì un movimento e poi un pianto che reclamava il seno, i giochi e la sua parte di dolore.
" Si grida piccolo, grida figlio mio qualcuno verrà ad aiutarci, perché io non ce la faccio, grida anche per me ! ".
Nessun commento:
Posta un commento