venerdì 18 aprile 2014
i miei racconti: cos'è
Cos'è che mi spinge su questo sentiero dove l'unico disturbo all'ovattato silenzio dei muschi è il mio passo?
Lontana da ogni persona, nel silenzio quasi totale, raggiunta talvolta dai tocchi di una campana; una voce familiare come quella del rio che scendendo a valle s'incrocia al sentiero e scorrono limpide acque tra pietre coperte dai muschi dissetati.
Quando il sentiero s'intaglia nella roccia ed esce allo scoperto è ancora il mio passo che mette in fuga gli uccelli dal rami del mirto carichi di bacche.
Guardo giù in basso, verso il paese ed ogni volta provo stupore per l'altezza a cui mi trovo e per la strada che ho percorso, perché tanto breve m'è parso il tempo che ho impiegato.
Vedo in lontananza i campi, ormai quasi tutti abbandonati e mi chiedo quante volte una schiena stanca, curva sulla semina, s'è raddrizzata ed ha guardato su verso queste cime seguendole in altezza e con gli occhi tesi all'Infinito ha chiesto qualcosa per una nuova vita che deve venire o per una che s'è irrimediabilmente persa.
E qualcun altro in muta preghiera ha chiesto all'Infinito giustizia o vendetta per i torti avuti.
Sopra le rocce più alte, due falchi, non disturbati dalla mia presenza continuano i loro giochi col vento.
Qualcuno dice che non è ragionevole che io venga qui da sola, potrei cadere e non sarebbe facile trovarmi, eppure in nessun luogo mi sento sicura come qui. è come se altri passi discreti sospesi nell'aria e nel tempo seguissero i miei.
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