Dal paese folate di musica giungevano fin lassù dove quell'uomo dai tormentati pensieri era andato a sedersi.
Era il quattro novembre ed in paese sfilava il corteo portando la corona d'alloro.
I suoi compagni di cava erano tutti presenti. Arrivati in piazza, davanti alla lapide,quando la banda avesse terminato la canzone del Piave, i bimbi della scuola avrebbero cantato e recitato in memoria dei caduti della prima guerra mondiale.
Dario era andato a sedersi lassù, in montagna,su quelle rocce.
Lui non sarebbe mai più andato la dove si ricordava una guerra, persa o vinta che fosse.
Un giorno era partito pieno d'entusiasmo; era bello andare a combattere per il proprio paese, pensava.
Sentiva ancora nelle carni il tenero abbraccio della nonna che salutandola, lui simile ad un giovane gigante, l'aveva alzata da terra e se l'era sentita sul petto magra ed ossuta come se avesse abbracciato una fascina di legna secca.
In quel tempo, la nonna e suo fratello erano ciò che rimaneva della sua famiglia. Non sapeva che era l'ultima volta che la vedeva e non era la sola, che in paese al suo ritorno non avrebbe più trovato.
A scuola gli avevano insegnato che è bello e giusto morire per difendere la patria.
Ma quelli, che giù in paese, quel giorno portavano corona e bandiere, sapevano!
Loro che avevano fatto l'altra guerra perché avevano taciuto il freddo, la fame e la cancrena?!
E spesso, quanto era lungo e difficile morire, perché non avevano mai raccontato ai giovani l'orrore della guerra?
Ma quegli occhi no, quegli occhi non avrebbe mai voluto averli visti!.......
( continua)
Nessun commento:
Posta un commento