Nella parte più alta del paese c’e una scalinata intagliata
nella roccia del monte che lo sovrasta.
E’una lunga scalinata che chiunque voglia allontanarsi dal
paese per recarsi sia nei campi che nei boschi e soprattutto alle cave che stanno
su in alto dove non ci sono più ne campi ne boschi deve percorrere sia
all’andata che al ritorno.
Da un lato è costeggiata dal rio che attraversa il paese e
sull’altro lato,a metà scalinata stanno le ultime tre case e vicino a queste
scorre instancabile l’acqua di una polla che si riversa all’interno d’una
grossa pietra scavata.
Lassù dove termina la scalinata e inizia il sentiero che in
tornanti più o meno ripidi sale attraverso la selva fino a raggiungere le cave
c’è una marginetta detta del”cristaccio”non per mancanza di rispetto ma per via
della brutta croce di legno che sta al suo interno.
Si racconta che quella marginetta l’abbia costruita un uomo
per un voto fatto durante la prima guerra mondiale. Aveva portato dal Trentino
un bel crocefisso di legno come si usa fare da quelle parti e l’aveva messo
all’interno della marginetta che costruì con le pietre prese dal letto del rio
.Ma dopo un po’ di tempo il crocefisso era sparito e i paesani rifiutando
l’idea che qualcuno se ne fosse appropriato aveva attribuito il fatto al
demonio. Cosi quell’uomo prese dalla
selva due legni , con una corda li legò assieme a mo’ di croce e li
pose all’interno della marginetta
vi mise pure un
pugno di
chiodi ed un martello da cava per ricordare la crocefissione dicendo: Se a
portar via la croce è stato il diavolo porterà via anche questa ma se l’ha
presa chi penso io questa non la tocca:E così fu tant’è vero che quella croce
annerita è ancora lì.
Lassù, arrampicate,vicino alla vecchia marginetta nelle ultime
case del paese ci abitavano tre vecchie a cui ero affezionata.
Continua…….
Si, vecchie, non mi piace la parola anziano ;sono cresciuta
in un tempo in cui la parola vecchio aveva un suo valore .Mi piaceva ascoltare
le storie che raccontavano le donne vecchie ,vere o inventate che fossero e non
sempre erano storie pudiche. Ogni volta che a qualche vecchio mi rivolgevo con
il tu anzi che con il voi mi sentivo arrivare uno scappellotto.
Non solo ci educavano al rispetto delle persone vecchie ma
anche verso gli oggetti ,toccando qualcosa era frequente sentirsi ripetere: Non
lo toccare perché è vecchio, ha tanti anni era della mi nonna, era di quello o
di quell’altro, mettilo giù che tu lo rompi.:
Non era per il valore oggettivo di quelle povere cose d’uso
quotidiano ma piuttosto erano cari ricordi perche appartenuti a persone
scomparse.
Erano tre donne che abitavano da sole e tutte e tre si
chiamavano Maria.
Nei giorni di festa erano solite avviarsi assieme per andare
in chiesa e in paese le avevano
soprannominate “le pie donne”.
Generalmente tra di loro andavano d’accordo fatta eccezione
quando i polli dell’una andavano a razzolarsi nell’orto dell’altra, erano liti
che potevano durare una giornata intera,liti che come certi fuochi sembravano
spengersi e poi bastava una parola e di nuovo divampavano.
Durante queste liti si tiravano tra di loro certe volgarità
e moccoli mai sentiti prima: tant’è vero che in paese quando qualcuno diceva
una parolaccia o una bestemmia insolita gli dicevano:Questa mi è nuova dove
l’hai imparata? Dalle pie donne che stanno su’ al “cristaccio”?
.linguaccia batteva tutti specialmente quando sparlava delle
ragazze. Ma un giorno un uomo già in là
con gli anni ci disse: O bimbe non fate caso a quello che dice perche ora che è
vecchia par che abbia ritrovato la verginità ma io la conosco bene. Quando era
giovane e il marito stava nelle miniere in Belgio in paese ci stava un uomo che
quando sua moglie con altre donne nel mese di giugno stava in una fattoria nel
pisano per segare il grano la notte andava a trovà la Maria.
Lei la notte lasciava il portone socchiuso e lui prima di sa
lire le scale ,che al piano terra ci dormivano i genitori della Maria, in un
angolo dietro la grossa porta lasciava un fiasco di vino del monte di Ripa lo
rubava al su zio:era un vino che a dir bono è poco era vino da dirci la messa .
O ragazze lo sapete, no,che a me il vino è sempre piaciuto
più dell’acqua!
In quel tempo non avevo nemmeno un soldo per fare
l’elemosina in chiesa ed avrei bevuto anche l’alcool per medicazione .Sapeste quanto
ne ho bevuto di quel vino! Ne ho bevuto più della Maria!
Facevo la caccia a quel fiasco come il gatto al topo.
Lasciatela dire, la sua è soltanto rabbia d’esser
Vecchia
Aveva tanti vestiti che certamente s’era fatta fare da
giovane,quando viveva in città, un’altra cosa singolare che non avevo mai visto
in altre donne era il collo della Maria.Era lungo e da tutti era considerato un
difetto. In casa dei miei nonni ricordo che c’era un fiasco impagliato dal
collo lungo e sottile che chiamavano “la mari’ “.
La prima volta che vidi la Maria fu un caldo pomeriggio di giugno, scese
dalla corriera con due grosse valige,salì la scalinata ed entrò nella casa
detta “degli americani”.
In quella casa non avevo mai visto nessuno; seppi poi che lì
erano vissuti i suoi genitori, morti prima che io fossi nata. Maria era la loro
unica figlia femmina, l’altro figlio era un maschio che un giorno partì per
l’America e in paese non si vide più, due volte l’anno spediva ai genitori un
pacco contenente una breve lettera, un po’ di cibo e degli abiti usati. E
proprio a causa di quegli abiti un po’ insoliti che i genitori indossavano in
paese venivano chiamati “gli americani”.
In paese fatti e persone nuove erano rare così noi ragazzi
s’aggiravamo scuriosando nei pressi della casa della Maria con la quale man
mano che passavano i giorni prendevamo confidenza e lei cominciò a raccontarci
di se.
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