lunedì 29 aprile 2013
i miei racconti: Il pievano e l'uva
Era una tiepida mattina d'inizio ottobre e i raggi di sole piovevano a sprazzi, filtrati dai pampini arrossati, su di Alfredo che sotto al pergolato, arrampicato sul treppiedi, stava vendemmiando l' uva fragola. Lì sul sentiero vicino stava passando il prete e come voleva l'uso d'allora indossava la tonaca nera che gli arrivava fin sui piedi. Teneva nella mano un fiasco per andare a prender l'acqua alla "fontana del prete". " Dio sia lodato" fa il pievano "sempre lo sia" gli risponde Alfredo e poi gli dice, con un pizzico di malizia, " ma, don Argè', ditemi un po', è vero che presto vi mandano in un altra parrocchia?" "E si è proprio così, ormai qui mi c'ero affezionato, ci stavo volentieri". " Ci credo, ma anche voi però.... e si che siete già un po' in là con gli anni come me". "Ma non è colpa mia, vedete Alfredo, vo state a raccoglier l'uva e io passo qui sul sentiero, e non vi chiedo nulla ma se voi mi dite " ne volete un grappolo?" io vi dico di no una volta, due, tre ma voi insistete " e su, via, prendetene un grappoletto, assaggiatela che dolce come quest' anno non ce n'è mai stata". E uno che fa? Anche per non offendere accetta. Sapete che vi dico meglio sarebbe che mi mandassero in un paese di vecchie e che volessero tenere tra le mani solo il rosario!". "Ma che dite?" "dico che ormai son quasi vecchio e da qualche parte vorrei metter radici che troppi paesi ho girato. "
E Alfredo tace ma pensa tra di se" io l'uva mica te l'offro che tu saresti buono di chiedermi pure il vino".
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