I tortelli versiliesi
Tordelli, come si usa chiamarli dalle nostre parti. Una volta si usava farli una o due volte l'anno, si facevano per il patrono del paese e in occasione di comunioni, cresime, battesimi e matrimoni, c'era il detto " torte e tordelli non son cose da poverelli.
Ci fu un bimbo che interrogato dalla maestra su quali fossero le feste dell' anno più importanti, rispose:
" Pasqua, Natale e il santo carnevale ".
"Perché il carnevale? " chiese la maestra. E il bimbo rispose;
" perché mi ma' fa i tordelli.
Come si vede dalla foto c'è un tordello più grosso degli altri. Non si può dosare esattamente la quantità di pasta e di ripieno.
Quando avanza un po' di pasta si fanno du' tagliatelle ma quando avanza il ripieno si usa chiuderlo tutto nell'ultimo pezzetto di pasta e metterlo in bella vista nella zuppiera.
Quando in casa ci sono bimbi che subito si fanno avanti e lo vogliono, i grandi dicono:
" Attenzione, perché potrebbe essere pieno di stoppa".
E subito qualcuno dice che a lui una volta è capitato e lo scherzo continua.
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