il mio forno a legna
Dove abbiamo costruito il forno sapevo che una volta ce ne stava un altro, assai più grande, demolito alla fine degli anni cinquanta. Ma circa venti anni fa una signora che aveva passato gli ottanta mi disse che quando era una bambina veniva qui con la sua nonna a cuocere il pane.
C' era un grosso forno dove si potevano cuocere tranquillamente trenta pani e come si usava allora chi possedeva un forno permetteva a chi lo chiedeva di potervi cuocere il proprio pane naturalmente senza chiedere niente in cambio e naturalmente ciascuno provvedeva alla legna necessaria per riscaldarlo.
Mi raccontò che qui vicino in sole due stanze abitava una coppia con otto figli, dei quali sei erano maschi, erano i più poveri del paese, come quasi tutti gli uomini di qui anche il padre di quella nidiata lavorava nella cava.
Poi morì il vecchio becchino e il ragazzo più grande ne prese il posto e poiché nemmeno nel paese più povero non si poteva non pagare la sepoltura, quando dalla piazza del paese, che si trova più in alto della mia casa, vedevano la mamma di quei ragazzi che scaldava il forno si chiedevano chi fosse morto, perché se la donna aveva comprato la farina qualcuno, magari nel paese vicino, se n'era andato.
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