Lassù era la casa , non quella costruita in pietra dove ci si ripara, dove si vive, era la casa dello spirito.
Non me ne accorsi all'inizio.
Quando un richiamo a cui non potevo rifiutarmi sembrava risucchiarmi lassù , indipendentemente dalla mia volontà e dal tempo, lassù nel cuore della selva.
Non dove la vista spazia verso valle, fino al mare, ma lì nel suo cuore, dove la pietra è coperta dai muschi e il sole vi giunge a sprazzi.
Una mattina, di fine inverno, arrivando lassù trovai un leggero nevischio caduto nella notte, era poca neve, un po' più d'una brina. le foglie sparse sul terreno ed arricciate al vento ne contenevano traccia al loro interno simili a cucchiai.
C'era il sole e l'aria era tiepida, stavo con la schiena appoggiata ad un tronco di castagno quando sentii battere il cuore. Non lo sentii come quando si ha il batticuore per una fatica oppure come quando si appoggia una mano sul petto.
Lo sentii e forse questa non è la parola giusta, ma con le mani abbandonate in grembo potevo contarne i battiti e per la prima volta, dopo molto tempo, non desiderai che si fermasse.
Quando tutto il pianto, quando tutto il dolore sorgevano dentro di me e non c'era spazio per nient' altro, per nessun pensiero, io salivo lassù come altri vanno in chiesa.
E mentre la fatica s'aggrappava ai miei passi sentivo come una nuova linfa entrarmi dentro.
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