Quando ero piccola si giocava sempre all'aria aperta, tempo permettendo. I pomeriggi d'estate si cercavano luoghi ombrosi che nelle stradine del paese non mancavano, si mettevano le poche cose per giocare sopra i muretti in pietra e li si tritava erba e foglie e quando per strada si trovava qualche nocciolo di pesco con una pietra si spaccava e si mangiava la mandorla amara che esso conteneva.
C'era una piazzetta ombrosa, la cui padrona camminava con molta fatica e stava pomeriggi interi seduta davanti alla sua porta , e le donne che andavano a lavare i panni alle pozze si fermavano un poco per farle compagnia e per sparlare dei paesani.
Spesso noi giocavamo sul muretto che divide la sua piazza dalla strada e ascoltavamo i discorsi che facevano le donne. Un giorno passò nella strada uomo con un sacco vuoto e una falce; andava a fare erba per i conigli.
Vedendolo passare una donna tutta vestita di nero disse: " Però Pasquà' anco s'è vecchio è sempre un bell'omo"
Ed un altra, seduta sul muretto dove noi si giocava le rispose: " Meglio un giovanotto gobbo che un bel vecchio. "
E noi bimbe parlando piano si diceva: " a me un mi garba né un vecchio né un gobbo.
Poi con gli anni abbiamo capito il senso di quello che dicevano.
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