venerdì 5 aprile 2013

i miei racconti: Un po’ più d’una strada, un po’ meno d’un paese




Un uscio si schiude, ne sporge una mano che sorregge una catinella e ne riversa in strada il contenuto d’acqua saponata che viene subito assorbita dalla terra arsa lasciandovi una macchia scura.

Una finestra s’apre al piano di sopra, una donna si sporge e con una forchetta raschia i pochi avanzi della cena buttandoli giù nella strada. Subito accorrono tre o quattro galline mentre il gallo con voce chiocciante le invita a mangiare. Anche un gatto s’avvicina ma il gallo gli si para davanti con fare minaccioso. Il gatto per un momento rimane lì incerto e poi s’allontana per cercar prede tra i muri di pietra della vigna che ha inizio là dove la strada termina.

Il gallo impettito sale sul muretto che costeggia la strada e si mette a cantare .

Marta si sveglia e guarda nello specchio dell’ armadio il profilo del suo corpo disteso nel letto,
scoperto fino ai fianchi.
 Con un piede spinge le coperte in fondo al letto e osserva soddisfatta l’intero profilo del suo corpo nudo. Poi le torna in mente che negli ultimi giorni, avvicinandosi allo specchio ha cominciato a notare sul viso la comparsa di piccoli segni che tra qualche anno si trasformeranno in fonde rughe.

Marta non conosce uomini giovani e il tempo passa. Tra poco sua madre dalla cucina la chiamerà per andare a lavorare nei campi e Marta indispettita si tira le coperte fino al collo.

Sulla strada sferragliano le ruote cerchiate del carretto che Arma,’ vecchio e curvo ,si tira dietro; va a prendere il letame nella stalla in fondo alla strada. 

Anche il passaggio giornaliero di quel carretto lascia ai lati della strada dei solchi che negli anni si fan sempre più fondi.

Mentre Marta sta per godersi gli ultimi momenti di sonno si gira su di un fianco e pensa che presto se ne andrà in un grande paese dove ci son tante strade, dove ci son tanti uomini.

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