mercoledì 16 aprile 2014

i miei racconti: confessioni di Pasqua



Una volta durante la settimana che precede la pasqua, nella chiesa sulla collina, le donne potevano confessarsi fino al giovedì santo, gli uomini era meglio confessarli per ultimi, perché si sa, qualche  moccolo poteva sfuggirgli anche il mattino di Pasqua, mentre stavano fuori, sul sagrato attendendo l'inizio della messa.

La Rosalba e la Maria erano a metà strada tra il paese e la chiesa, affrontavano la salita con calma e chiacchierando quando sopraggiunse l'Argia  che  un attimo le sorpassò e scomparve dietro la curva.

Era il suo modo di camminare, svelta ed affaccendata come un ape, che avendo sei figlioletti tempo non poteva perderne.

In paese era chiamata la "Nerina" perché di pelle e capelli scuri, era piccola e magra tanto che pesavano più i panni che indossava che lei.

Eccola!" Disse la Maria," anche quest'anno va a confessarsi e poi il giorno di Pasqua viene alla chiesa solo per prender l'acqua benedetta e per benedire le uova".

" Secondo te, come mai tutti gli anni si confessa e poi non si comunica?" Disse la Rosalba

 "Secondo me, anche se la Nerina par tutta casa e terreni mi sa tanto che sulla coscienza c'ha qualcosa di grosso, è l'unica che a Pasqua non fa la comunione."

La Maria scosse la testa e poi disse: "A me non la racconta giusta, mi sa che ha qualcuno, un ganzo voglio dire"

" Mi sa tanto di si" Disse la Rosalba" E poi dimmi, te pensi che saranno tutti del marito quei figlioli?

 A me sa tanto di no; ma l'hai visto il penultimo, con quei capelli chiari, a su madre non somiglia davvero e a su padre neanche son tutti e due neri che sembrano strinati

Quando la Maria e la Rosalba entrarono in chiesa, l'Argia stava in ginocchiata nel confessionale.

Avrebbero sentito volentieri quello che raccontava al prete ma avvicinarsi di più non era decente e cercavano d'allungare le orecchie ma non riuscivano a sentire nulla.

" O don Egi' quest'anno mi dovreste dare l'assoluzione, il mi' omo è un invernata che è senza lavoro, su in cava c'è ancora la neve, abbiamo già tutti quei figlioli, con il mi' marito bisogna stare attenti perché non possiamo averne altri."

"No e poi no! Non si può!"  Le diceva il prete  " Non si può, non sono mica io a dirlo è la Chiesa che lo dice, bisogna prendere tutti i figli che manda la provvidenza! "

" Sapete allora cosa vi dico? A confessarmi io ci ritorno quando sarò in menopausa!"

Le due donne la videro uscire dalla chiesa senza nemmeno farsi il segno della croce e quell'anno a far benedire le uova ci videro i due figli più grandi dell'Argia.

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