martedì 11 novembre 2014

i miei racconti: 4 novembre (2




Era un corpo riverso a terra, aveva dei capelli biondi, quasi bianchi, di simili li aveva visti solo a suo fratello quando era piccolino e facendolo salire sulle spalle lo portava in giro per le strade del paese.

Non seppe mai spiegare a se stesso cosa l'avesse spinto, forse la speranza che fosse ancora vivo, l'aveva girato su se stesso.

Ora che era cresciuto, suo fratello aveva i capelli più scuri ma chi sa perché quel ragazzo che veniva da un paese lontano e con una divisa diversa gli somigliava così?

Gli occhi spalancati erano due pezzi di porcellana azzurra, non riflettevano né rabbia né dolore ma il nulla.
 E lui nel nulla avrebbe voluto sparire.

Pensò che stava impazzendo, che tutti gli uomini erano impazziti.

Ritornato a casa avrebbe voluto gridare a tutti l'orrore che aveva visto ma sapeva che non c'erano parole, la sua mente non era in grado di riordinare in pensieri, in parole quell'inutile orrore.

Ma il nulla che aveva visto in quegli occhi non l'avrebbe più abbandonato.

Solo quando andava a sedersi su quelle rocce e guardava il familiare abbraccio di monti che lo circondava sentiva quietarsi la sua mente.

Perché quelle cime,come cattedrali di roccia, così come lui le aveva sempre viste, avrebbero continuato ad essere immutate al di la della sua vita e d'ogni monumento, al di la dell'umana follia.

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