mercoledì 16 dicembre 2020

i miei racconti: il flauto e il serpente crestato (terza parte





Il flauto e il serpente crestato


Quando la Rosalba guardò verso il camino puntando l'indice verso la mensola indicando uno dei due flauti in legno che vi erano sopra Anselmo rimase sorpreso e gli chiese se voleva il flauto.

Le disse che non poteva darglielo perché uno era appartenuto a suo nonno e l'altro era il primo flauto che suo padre aveva fatto per lui.

Sembrò che un'ombra avesse tolto la luce sul viso della Rosalba....ma Anselmo la rassicurò dicendogli che presto ne avrebbe fatto uno per lei in cambio dei cesti...

Tante volte, mentre lei a casa di Anselmo ascoltando storie, insieme a giunchi e ginestre, in silenzio, intrecciava un sogno.

Dopo un po' di giorni il vecchio con viso bonario le consegnò il flauto.

Rosalba ogni volta che era libera e tempo permettendo andava lassù tra le rocce dove crescevano soltanto eriche boschive, mirto e ginestre spinose.

Sembravano impenetrabili  ma lei in mezzo aveva creato un piccolo spazio dove sedersi nascondendosi a tutti.

Era li che iniziò a suonare ma lei conosceva solo i suoni della natura...fin dall'inizio lei considerò quel flauto un po' come la sua voce....l'unico suono che riusciva a fare

Poi accadde che l'ignoranza cominciò a parlare...

Qualcuno diceva che lassù tra le rocce si sentiva scorrere acqua, dove mai ce n'era stata...altri sentivano  cadere la pioggia ma c'era il sole....altri giuravano di sentire voci di uccelli, voci di bimbi che ridevano o canto di grilli in inverno.

Presto la gente si convinse che li c'erano gli streghi con le loro stregonerie....Meglio era star lontani da quel luogo e quando dovevano passare sul sentiero più in basso lo facevano a passo svelto recitando avemarie....

Però presto si posero un problema.......



(continua)





 

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