lunedì 4 marzo 2013

i miei racconti: Le tre Marie (1


Nella parte più alta del paese c’e una scalinata intagliata nella roccia del monte che lo sovrasta.
E’una lunga scalinata che chiunque voglia allontanarsi dal paese per recarsi sia nei campi che nei boschi e soprattutto alle cave che stanno su in alto dove non ci sono più ne campi ne boschi deve percorrere sia all’andata che al ritorno.
Da un lato è costeggiata dal rio che attraversa il paese e sull’altro lato,a metà scalinata stanno le ultime tre case e vicino a queste scorre instancabile l’acqua di una polla che si riversa all’interno d’una grossa pietra scavata.
Lassù dove termina la scalinata e inizia il sentiero che in tornanti più o meno ripidi sale attraverso la selva fino a raggiungere le cave c’è una marginetta detta del”cristaccio”non per mancanza di rispetto ma per via della brutta croce di legno che sta al suo interno.
Si racconta che quella marginetta l’abbia costruita un uomo per un voto fatto durante la prima guerra mondiale. Aveva portato dal Trentino un bel crocefisso di legno come si usa fare da quelle parti e l’aveva messo all’interno della marginetta che costruì con le pietre prese dal letto del rio .Ma dopo un po’ di tempo il crocefisso era sparito e i paesani rifiutando l’idea che qualcuno se ne fosse appropriato aveva attribuito il fatto al demonio.  Cosi quell’uomo prese dalla selva due legni , con una corda li legò assieme a mo’ di croce  e li   pose all’interno della marginetta  vi mise pure un

        pugno di chiodi ed un martello da cava per ricordare la crocefissione dicendo: Se a portar via la croce è stato il diavolo porterà via anche questa ma se l’ha presa chi penso io questa non la tocca:E così fu tant’è vero che quella croce annerita è ancora lì.
Lassù, arrampicate,vicino alla vecchia marginetta nelle ultime case del paese ci abitavano tre vecchie a cui ero affezionata.
Continua…….
Si, vecchie, non mi piace la parola anziano ;sono cresciuta in un tempo in cui la parola vecchio aveva un suo valore .Mi piaceva ascoltare le storie che raccontavano le donne vecchie ,vere o inventate che fossero e non sempre erano storie pudiche. Ogni volta che a qualche vecchio mi rivolgevo con il tu anzi che con il voi mi sentivo arrivare uno scappellotto.
Non solo ci educavano al rispetto delle persone vecchie ma anche verso gli oggetti ,toccando qualcosa era frequente sentirsi ripetere: Non lo toccare perché è vecchio, ha tanti anni era della mi nonna, era di quello o di quell’altro, mettilo giù che tu lo rompi.:
Non era per il valore oggettivo di quelle povere cose d’uso quotidiano ma piuttosto erano cari ricordi perche appartenuti a persone scomparse.
Erano tre donne che abitavano da sole e tutte e tre si chiamavano  Maria.
Nei giorni di festa erano solite avviarsi assieme per andare in chiesa e in paese  le avevano soprannominate “le pie donne”.


Generalmente tra di loro andavano d’accordo fatta eccezione quando i polli dell’una andavano a razzolarsi nell’orto dell’altra, erano liti che potevano durare una giornata intera,liti che come certi fuochi sembravano spengersi e poi bastava una parola e di nuovo divampavano.
Durante queste liti si tiravano tra di loro certe volgarità e moccoli mai sentiti prima: tant’è vero che in paese quando qualcuno diceva una parolaccia o una bestemmia insolita gli dicevano:Questa mi è nuova dove l’hai imparata? Dalle pie donne che stanno su’ al “cristaccio”?
La Marì del mezzo, così chiamata perche la sua casa si trovava in mezzo alle altre due, in fatto di
.linguaccia batteva tutti specialmente quando sparlava delle ragazze. Ma un giorno un uomo già  in là con gli anni ci disse: O bimbe non fate caso a quello che dice perche ora che è vecchia par che abbia ritrovato la verginità ma io la conosco bene. Quando era giovane e il marito stava nelle miniere in Belgio in paese ci stava un uomo che quando sua moglie con altre donne nel mese di giugno stava in una fattoria nel pisano per segare il grano la notte andava a trovà la Maria.
Lei la notte lasciava il portone socchiuso e lui prima di sa lire le scale ,che al piano terra ci dormivano i genitori della Maria, in un angolo dietro la grossa porta lasciava un fiasco di vino del monte di Ripa lo rubava al su zio:era un vino che a dir bono è poco era vino da dirci la messa .
O ragazze lo sapete, no,che a me il vino è sempre piaciuto più dell’acqua!
In quel tempo non avevo nemmeno un soldo per fare l’elemosina in chiesa ed avrei bevuto anche l’alcool per medicazione .Sapeste quanto ne ho bevuto di quel vino! Ne ho bevuto più della Maria!
Facevo la caccia a quel fiasco come il gatto al topo. Lasciatela dire, la sua è soltanto rabbia d’esser
Vecchia
La Maria di sotto così chiamata per il fatto che la sua casa si trovava più in basso delle altre era una donna che aveva una particolare cura della sua persona, cosa che al tempo, in paese,      era insolita  come il fatto di portare le unghie lunghe. Aveva una figura alta e snella e indossava vestiti dai colori vivaci, cosa insolita anche quella visto che le donne della sua età vestivano tutte di colori scuri.
Aveva tanti vestiti che certamente s’era fatta fare da giovane,quando viveva in città, un’altra cosa singolare che non avevo mai visto in altre donne era il collo della Maria.Era lungo e da tutti era considerato un difetto. In casa dei miei nonni ricordo che c’era un fiasco impagliato dal collo lungo e sottile che chiamavano “la mari’ “.
La prima volta che vidi la Maria fu un caldo pomeriggio di giugno, scese dalla corriera con due grosse valige,salì la scalinata ed entrò nella casa detta “degli americani”.
In quella casa non avevo mai visto nessuno; seppi poi che lì erano vissuti i suoi genitori, morti prima che io fossi nata. Maria era la loro unica figlia femmina, l’altro figlio era un maschio che un giorno partì per l’America e in paese non si vide più, due volte l’anno spediva ai genitori un pacco contenente una breve lettera, un po’ di cibo e degli abiti usati. E proprio a causa di quegli abiti un po’ insoliti che i genitori indossavano in paese venivano chiamati “gli americani”.  
In paese fatti e persone nuove erano rare così noi ragazzi s’aggiravamo scuriosando nei pressi della casa della Maria con la quale man mano che passavano i giorni prendevamo confidenza e lei cominciò a raccontarci di se.


( continua)

Nessun commento:

Posta un commento