giovedì 9 ottobre 2014

.favola: il prete della Cappella


                                                           Interno chiesa La Cappella


Tante volte quand'ero piccola ho ascoltato questa favola.



Una volta, molto, molto tempo fa alla Cappella c'era un prete; buon uomo ma furbacchione, che ne sapeva una più del diavolo.
Questo prete viveva con una bella nipote che oltre a tener pulita la chiesa e la canonica cucinava bene.

La ragazza s'era fatta proprio bella ed i giovanotti le ronzavano attorno come le mosche intorno alla marmellata.

Un giorno Aldo ferma il parroco lungo il sentiero e gli chiede di potersi incontrare con la ragazza.
"Io non avrei niente in contrario,  ma come sai la chiesa è in un posto un po' isolato, vicino ci sta il cimitero, la notte qui intorno e pieno di civette, gufi e barbagianni che fanno schiamazzo e non vorrei che tu fossi un tipo impressionabile". Gli disse il prete.

"Ma che dite?Impressionarmi io ?" Rispose il giovane.
"Allora domani sera in chiesa c'è da vegliare un morto, sei disposto a restare li da solo fino al mattino? Se lo sei presentati alle nove di domani sera e siediti vicino alla bara così mi dai il cambio ed io vado a dormire".

Anche Oreste più di una volta aveva chiesto al parroco il permesso di venire la sera in canonica a trovare la ragazza, così quel pomeriggio, il prete della Cappella, che già n'aveva studiata una delle sue , incontrandolo gli disse di volerlo mettere alla prova.

" Paura io?" gli disse il giovanotto "Non ho paura nemmeno se incontro il diavolo in carne ed ossa!"
"Se non hai paura io ci crederò dopo che avrai passato la notte in chiesa sdraiato in una bara, però ricordati che non dovrai muoverti di li fino al sorgere del sole.e presentati puntuale alle otto di sera".

Incontrò anche Silvio a cui fece più o meno lo stesso discorso sul coraggio.

A questi disse: "A mezzanotte vieni in canonica e ti darò una lunga catena di ferro ed un paiolo pieno di braci ardenti e tenendo uno in una mano e uno nell'altra senza dir parola dovrai attraversare la chiesa".

Arrivano le otto ed Oreste entra in chiesa con il vestito delle feste e si sdraia nella bara.

Arrivano le nove ed Aldo si toglie il cappello ed entra in chiesa e va a sedersi nella panca di fianco alla bara con il "morto", che naturalmente recitando la sua parte rimase immobile.

Ed ecco che a mezzanotte arriva Silvio il prete gli consegnò il paiolo pieno di braci ardenti ed una grossa e lunga catena.

Oreste udendo il rumore delle catene che strusciavano sull'antico pavimento di marmo si alzo di scatto e vedendo una figura che si muoveva portando con se del fuoco preso dallo spavento:" oddio ecco il diavolo che mi crede morto e mi vuol portar via!" e scappò dalla bara urlando:"son vivo, son vivo".

Aldo che stava sonnecchiando, vedendo il "morto" che si alzava e si dava alla fuga, ed il "diavolo"che correva in mezzo alla chiesa portando con se catena e fuoco, in preda ad un grande spavento, si dette alla fuga.

E non meno paura degli altri ebbe Silvio che arrivò in paese senza sapere da quale parte fosse passato.

E si racconta che la nipote del prete della Cappella rimase zitella.

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